METODI DI RIPARAZIONE DI PROTESI FISSE METALLO-CERAMICA

Le ceramiche dentali rappresentano il materiale estetico d’elezione per la realizzazione di protesi fisse sia su metallo che su zirconio.

Purtroppo la fragilità di questo materiale contribuisce a una maggiore incidenza di fallimenti, sotto forma di scheggiature o fratture del rivestimento ceramico, stimate nella misura del 5-10 % all’anno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le scheggiature sono frequenti soprattutto nell’area cervicale ma anche su travate di ponti estesi.

Fra le cause di frattura e scheggiatura della ceramica figurano:

  • l’inadeguatezza del design dell’armatura,
  • una preparazione irregolare,
  • procedure di laboratorio non idonee,
  • diversi coefficienti di espansione termica tra ceramica e armatura in ceramica o metallo,
  • incompatibilità tra le ceramiche utilizzate,
  • porosità nella ceramica dopo le lavorazioni in laboratorio,
  • regolazione occlusale inadeguata,
  • traumi, abitudini parafunzionali,
  • cause biologiche come carie e problemi paradontali

Il clinico dovrà valutare attentamente il tipo e le dimensioni della frattura optando per una riparazione intraorale qualora l’area da ripristinare sia di piccola entità con o senza esposizione di metallo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le fratture tipiche della ceramica nelle protesi fisse sono classificabili in 4 tipologie:

  • ceramica fratturata e armatura metallica esposta, come nel caso delle protesi fisse in metallo-ceramica;
  • ceramica fratturata e armatura in ceramica esposta, come nel caso delle protesi fisse in ceramica integrale a doppio strato;
  • preparazione del dente esposta, come nel caso di faccette, inlay, onlay e corone monolitiche;
  • scheggiatura coesiva della sola ceramica di rivestimento.

Prima di tentare la riparazione intraorale dell’area fratturata, è importante che il clinico controlli che la protesi presenti un adattamento marginale soddisfacente, un’occlusione e un’estetica adeguata.

Il successo e la durata della riparazione alla poltrona è subordinato al protocollo clinico, ovvero all’applicazione di una guida in gomma adeguata, all’impiego di una corretta sequenza di condizionamento superficiale per ciascun substrato, all’efficienza e alla potenza in nm. della lampada fotopolimerizzante e a procedure meticolose di finitura e lucidatura.

Inoltre il ripristino estetico e funzionale risulterebbe difficoltoso nell’area prossimale, dove viene a mancare il contatto con il dente o il restauro adiacente.

In questi casi è opportuno considerare la rimozione della protesi , un’impronta di posizione e mandare in laboratorio specializzato in riparazioni su metallo/ceramica

Non essendo possibile applicare un nuovo strato di ceramica direttamente sull’area della frattura, con il rischio di compromettere l’intera struttura estetica e sottostruttura metallica , il tecnico realizzerà la riparazione usando un composito vetroceramico e fotopolimerizzandolo con una lampada allo xenon stroboscopica che raggiunge i 520 nm.

Il nostro protocollo frutto di anni di follw-up prevede per il condizionamento della struttura metallica e ceramica, silani e bond di provata affidabilità e compositi vetroceramici con elevata carica vetrosa.

Attualmente parallelamente ad altri compositi, apprezzati per qualità di lavorabilità e caratteristiche fisiche viene utilizzato Vita VM-LC flow che possiede il 68% in peso di carica di biossido di zirconio e di silicio e associa un’ottima resistenza alla flessione ca.130 MPa e con un modulo di elasticità di ca.7000 MPa.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il poter combinare masse pastose ( VitaVM-LC) con masse flow ,stratificabili come una normale ceramica è un vantaggio che si traduce in tempi ridotti di lavorazione e risultati predicibili.

 

Vincenzo Musti

 

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