LA CANTINA DELLA SFIDA – BOZZETTO ETTORE FIERAMOSCA

CANTINA DELLA SFIDA  (PALAZZO DAMATO)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La tradizione vuole che nello scantinato di questo palazzo sia avvenuta la famosa sfida, al termine di una vivace disputa fra Spagnoli e Francesi sul valore delle armi italiane.

Storicamente invece manca qualsiasi documento che certifichi che questa sia quella cantina.

Al piano terra, rivestito di bugne rustiche, si aprono tre portoni:

nel tratto più breve si apre un solo portone con l’arco a sesto acuto;

nel tratto più lungo se ne aprono due, anch’essi a sesto acuto, di cui il secondo riquadrato da una cornice, lavorata a punta di diamante.

 

Questo stile ci induce a sostenere che almeno il primo pian o del palazzo risalga al 1300 , mentre è probabile che il piano inferiore arricchito da finestre rettangolari, risalga al 1400.

E’ presumibile immaginare che i locali della cantina siano stati destinati originariamente ad un fondaco destinato allo stivamento della merce.

Dalla cantina parte un lungo sotterraneo che conduce fino al mare;

è probabile che attraverso questo incamminamento i mercanti portassero le loro mercanzie direttamente fino al punto di carico sul molo portuale.

L’ambiente non è privo di qualche interesse artistico come documentato in una relazione della Sovrintendenza ai monumenti di Bari.

“   Trattasi di un ambiente a forma trapezoidale con pilastri ed archi in pietre, coperto da volte a
botte, semicircolari ed ogivali, rette da arche dello stesso sesto, impostati su una semplice cornicettaa listello e smusso.

A questi locali sono stati annessi altri rustici , parte delle cantine, che si estendono sotto tutto
il palazzo.

Inoltre è stata demolita e ricostruita la scalinata in pietra di accesso, scrostato il vecchi intonaco
in calce dalle pareti e dalle facce dei pilastri, demolita una tomba in tufo per il sollevamento delle
acque da un pozzo, a sinistra delle porta di ingresso, rimosse alcune condutture a tubi in cotto per lo
scarico delle acque e ricostruito il pavimento a lastroni quadri in pietra calcarea.

Assieme al restauro delle murature nel 1937 si provvede all’arredamento della cantina. Si collocarono tavolini, sgabelli, un dorsale, un ballatoio, alcuni lampadari in ferro battuto, piatti in terraglia ed altro.
Alle pareti si appesero riproduzione degli stemmi dei cavalieri italiani, in un lato si rinnovò un
vecchio rozzo camino in legno ”.

Nel 1864 fu donato dal maestro Achille Stocchi alla città, un bozzetto in gesso raffigurante
Ettore Fieramosca che, con sguardo deciso, intima con l’indice della mano sinistra al suo avversario di arrendersi, e, appunto, Guy La Motte, con il capo chino in atto di resa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’offerta, tuttavia, fu accolta solo nel 1867 quando lo stesso artista, che ha lavorato per lungo tempo a Roma, portò l’opera a Barletta e ne curò il posizionamento nell’allora Sala Consiliare.

Sebbene l’intenzione di Stocchi – come si evince da una lettera inviata dallo scultore allo storico Francesco Saverio Vista – fosse quella di realizzare una scultura in marmo, quest’opera non fu mai portata a termine, anche se la raffigurazione del bozzetto diventò subito il simbolo della Disfida.

Solo nel 1980 fu realizzato in bronzo , per la tenacia e l’amor patrio di Mons. Giuseppe Damato e dal 2009 è collocata all’ingresso della città, nella congiunzione tra via Trani e via Andria, nei pressi del Castello.

 

Note biografiche : Barletta nel 500 al tempo della disfida e della dominazione spagnola - Renato Russo- Editrice Rotas 2003

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